lunedì 14 luglio 2014

Si dimette Calogero Montalbano, segretario del Pd menfitano

Ho aderito al Partito Democratico sin dalla sua nascita auspicando un nuovo modo di fare politica. Mi sono impegnato nel mio piccolo e nella realtà locale perché il P.D. non fosse la somma dei due partiti che l’hanno costituito, ma qualcosa di diverso, che potesse tenere in sé i valori e i principi espressi fino a quel momento ma che avesse la forza di esprimere nuove idee senza rinnegare quelle del passato. Il mio impegno è iniziato nella segreteria locale come membro del direttivo. Durante la precedente legislatura comunale, dopo le dimissioni del segretario Ferraro, ho ricoperto il ruolo di coordinatore, unitamente ad altri, nell’attesa che si svolgessero le nuove elezioni per il rinnovo degli organismi dirigenti.
In quel periodo il P. D. era all’opposizione, e dopo l’uscita di dirigenti, consiglieri e segretario, ho organizzato e condotto l’azione politica con l’obiettivo di creare un’alleanza che potesse amministrare la città.
Le ultime elezioni amministrative hanno visto il P.D. vincente e ottenere un grande risultato di voti e consensi nonostante la scissione subìta dal partito poco tempo prima.
La lista è stata costruita cercando di raccogliere le diverse aspirazioni e proposte provenienti da varie categorie sociali e da persone che, attratte dalla forza propulsiva della politica nazionale, si avvicinavano per la prima volta al partito con l’obiettivo di svolgere un ruolo attivo e partecipativo a livello locale.
A Menfi siamo riusciti a fare una lista di giovani entusiasti, che vedevano nel P.D. la piena e concreta espressione delle loro idee politiche.
Ho sempre cercato di fare il mediatore tra le varie istanze delle diverse anime del partito, tenendo conto di esigenze diverse e di aspettative legittime da parte di ognuno.
Personalmente credo nella grande forza rinnovatrice di Renzi che ha aperto il partito a soggetti portatori di idee politiche che prima non si era riusciti a rappresentare. Credo che questo debba essere fatto a tutti i livelli, perché solo così si può costruire un grande partito di sinistra che rappresenti i principi cui s’ispira.
Dobbiamo avere la capacità di acquisire il nuovo integrandolo nelle idee e nei valori espressi dalla classe politica già esistente. Nessuno si deve sentire mortificato o escluso.
A livello locale, subito dopo le elezioni amministrative del 2013, all’interno del P.D. si è avuta una serrata e duratura discussione sugli equilibri interni, poiché i principi di partecipazione e di apertura al nuovo sono stati mortificati e soppressi da chi ritiene di essere il portatore unico dei valori e dell’identità del partito locale.
La posizione di arroccamento per difendere interessi personali e del proprio gruppo a scapito di tutti gli altri ha portato ad una tensione continua nel P.D. locale. Nonostante buona parte dei componenti del coordinamento sostenga che in un grande partito di massa, che mira a rappresentare varie istanze della società, nessuno possa tenere a lungo un doppio incarico a discapito delle aspettative di altri che parimenti hanno raggiunto un adeguato consenso dai cittadini, a livello locale persiste una situazione del genere che non si riesce a risolvere.
Non sapere approfittare della forza propulsiva del P.D. in questo momento significa non capire il grande processo di cambiamento e aggregazione che sta attraversando il nostro partito a livello nazionale. Del pari, a livello locale, dovremmo avere la capacità di attrarre tulle le forze che si ispirano al Partito Democratico ed essere attori del cambiamento; invece non riusciamo nemmeno a garantire le aspettative di chi si è speso alle ultime elezioni amministrative, rischiando così di perdere le idee nuove e genuine dei giovani che credono nel rinnovamento della politica.
Questo modo di fare politica ha portato ad una perdita di efficacia della segreteria e del coordinamento a vantaggio di chi occupa il ruolo di consigliere e assessore contemporaneamente, perché volutamente si tende a escludere altri dalla partecipazione attiva e fattiva all’azione amministrativa comunale.
Nonostante il rinnovamento della segreteria e dei componenti del direttivo locale, i problemi interni sono rimasti irrisolti e la situazione continua a degenerare. Personalmente non ritengo di poter continuare a svolgere il ruolo di segretario del P. D., perché vedo mortificare l’entusiasmo di tanti simpatizzanti e tesserati e perché non vedo una prospettiva politica per il futuro: non possiamo operare per mantenere lo stato attuale e pensare che questa situazione sia la base di partenza per costruire un’azione amministrativa per il domani.
Il partito ha bisogno di una scossa e di un equilibrio interno diverso; non possiamo mantenere la situazione attuale a beneficio di interessi personalistici di pochi che pensano di essere i detentori del partito locale.
Questa situazione ha portato ad un clima non sereno nel partito e ad una incompleta espressione delle capacità politiche in sede di Consiglio Comunale, dove, di fatto, è venuta a mancare una figura di consigliere del P.D. per via del doppio incarico detenuto da una singola persona.